2M Sales Management

Le interviste di 2M Sales Management – Conosciamo Roberta Gagliani

Proseguono le interviste di 2M Sales Management, oggi conosciamo meglio Roberta Gagliani – Amministratore Centro Direzionale

 

  • Ciao Roberta, se sei d’accordo direi di rompere il ghiaccio chiedendoti di presentarti: racconta cosa fai.

Ciao Giuseppe, sono un’imprenditrice che gestisce dal 1997 a Palermo il Business Center “Centro Direzionale. La mia attività si basa prevalentemente sulla fornitura di “work space”, ossia sale riunioni o uffici arredati e corredati da una serie di servizi “all inclusive”, al fine di poter essere efficacemente utilizzati solo per il tempo che occorre, che sia un’ora, un giorno o permanentemente. 

 

  • Parafrasando Zygmunt Bauman, oggi viviamo in una società “Liquida” dove i punti di riferimento si sgretolano e tutto diventa veloce; qual è, secondo te, l’asset della tua azienda/lavoro che reputi strategico in un contesto così fluido?                                                                                                            

La precarietà generale dei valori che si dissolvono e non vengono sostituiti da altri ideali ugualmente forti che possano guidare le nostre azioni in ambito economico, sociale ma anche morale, a cui fa riferimento Baumann, definendo addirittura “l’incertezza come l’unica certezza”, è un fenomeno drammaticamente attuale la cui dirompente evoluzione era stata già intuita dallo stesso Bauman seppur in un contesto molto diverso dall’attuale. Tuttavia, il mio ricorrente ottimismo, che fortunatamente ancora non mi abbandona, alimenta una visione alternativa del fenomeno, improntata alla positività, che mi fa replicare con una citazione di Kant: “si misura l’intelligenza di un individuo dalla qualità d’incertezze che è capace di sopportare”. E dunque, poiché credo profondamente nelle qualità umane, confido in un’evoluzione della società che per compiersi deve probabilmente  attraversare – prima – “il fiume dell’oblio”. È proprio in quest’ottica che, tornando al tema propostomi, ritengo che la mia attività possa rappresentare il primo punto di riferimento certo da cui partire perché noi, fornendo degli “smart office”, siamo capaci di accompagnare nel cambiamento. La strategia dunque è implicita nel “core business” vincente che adesso più che mai si manifesta in tutta la sua efficacia ed efficienza. Infatti, se l’incertezza non permette di pianificare investimenti di lungo termine, noi garantiamo degli work space flessibili e sempre rimodulabili in base alle esigenze “liquide”.

 

  • Come è cambiato il tuo modo di lavorare negli ultimi anni? Quanto ha inciso il Covid? Qual è, secondo te, la lezione più importante che dobbiamo imparare e possibilmente non scordare da questa pandemia?

Il Covid ha avuto un impatto negativo, come per tutti, avendo eliminato  una fetta di mercato che è quella dei meetings e dei corsi di formazione; riallacciandomi alla tua domanda e in contrapposizione al concetto di velocità, il Covid ha purtroppo “rallentato” tutti i ritmi di lavoro. Tuttavia, non possiamo lamentarci, poiché la domanda  di smart office non si è arrestata. Difficile dire cosa dovremmo imparare e possibilmente non scordare, certamente che la salute è sempre la priorità assoluta, insieme al piacere della condivisione e quindi alla socializzazione: nessuno basta a se stesso!  Questo dovrebbe indurci a riflettere sull’egoismo? Chissà!

 

  • Alexander Osterwalder, ideatore dell’ormai famoso Business Model Canvas, ha teorizzato la cosiddetta “Azienda invincibile” attribuendole 3 caratteristiche: 1) La cultura del primo giorno 2) la capacità di reinventarsi sempre 3) la forza di non smettere di sperimentare. Aggiungeresti altro alla tua azienda invincibile ideale?

Sicuramente la capacità di valorizzare i dipendenti: sono la prima risorsa senza la quale nulla è possibile! Sembra scontato ma per riuscire in questo bisogna avere un buon grado di empatia che si sostanzia in una forte capacità di leadership, improntata alla condivisione di obiettivi e mezzi per raggiungerli.

 

  • Si può fare innovazione, secondo te, anche in tempo di crisi?

Direi che si dovrebbe fare innovazione soprattutto in tempi di crisi, rendendo le organizzazioni più flessibili, anticipando le nuove richieste di mercato e trasformando le minacce in opportunità. Beh, suona un po’ da manuale ma è (forse tristemente) vero, nei limiti, ovviamente, imposti dalla solidità aziendale che purtroppo, soprattutto al sud, non è certamente una qualità ricorrente.

 

  • In una battuta conclusiva qual è la cosa del tuo lavoro che vorresti cambiare e quella che non cambieresti mai?

Finora l’unica cosa che non mi è piaciuta è stato osservare l’andamento non lineare della domanda. Il mercato è stato sempre diviso tra coloro che, conoscendo il settore, hanno cercato i business center e coloro che ne ignorano totalmente l’esistenza creando fluttuazioni notevoli nella domanda. Ciò a cui invece non potrei mai rinunciare è vivere quotidianamente la soddisfazione dei miei clienti, il loro essere felici di trovare un ambiente familiare e accogliente dove rifugiarsi per concentrarsi sul proprio lavoro senza rinunciare ai rapporti umani di cui, comunque vada, non potremo mai fare a meno.

 

Grazie Roberta, buon lavoro!