Le interviste di 2M Sales Management – Conosciamo Alessandro Miccichè

Oggi inizia un breve ciclo di interviste (sono quattro e saranno pubblicate nel mese di dicembre), che ho immaginato pensando ad alcuni miei partner, clienti, amici con cui in questi anni ho condiviso un percorso professionale e personale importante.  

In questo percorso, mai semplice né scontato, ho incrociato tante storie di persone che hanno lasciato un segno nella mia: queste mini interviste le dedico a loro, a quelli che, accettando la sfida di restare in trincea in una terra difficile come la nostra, hanno già vinto una battaglia importante.

Mi auguro che da queste risposte possa emergere il senso dei tanti sforzi da loro profusi in questi anni per portare avanti un’idea di Azienda che, elemento comune dei nostri percorsi, ha lasciato spazio al valore delle persone e alle loro storie.

Buona lettura!

Giuseppe Mizio

Senior Sales & Data Consultant

 

Intervista ad Alessandro Miccichè

Psicologo del Lavoro e Presidente Associazione Digital Mindset

 

  • Ciao Alessandro, se sei d’accordo direi di rompere il ghiaccio chiedendoti di presentarti: racconta cosa fai.

Ciao Giuseppe e grazie per avermi coinvolto in questa tua iniziativa. In generale potrei dirti che mi occupo di supportare le persone. Sono uno Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni che da anni lavora nel campo della formazione e dell’orientamento professionale. In questi ultimi anni il mio interesse si è allargato al mondo delle start up e dell’innovazione (nel senso più ampio). Ho avuto il piacere di partecipare, in qualità di mentor, a diversi progetti che avevano come obiettivo quello di supportare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali ed ho ritrovato, in questo ambito, la perfetta sintesi dei mei principali interessi: le persone e i contesti aziendali.

 

  • Parafrasando Zygmunt Bauman, oggi viviamo in una società “Liquida” dove i punti di riferimento si sgretolano e tutto diventa veloce; qual è, secondo te, l’asset della tua azienda/lavoro che reputi strategico in un contesto così fluido?                                                                                                            

Credo che la flessibilità sia il principale asset per il mio lavoro. Come hai fatto ben notare tu, viviamo in una società altamente frammentata che è caratterizzata da un alto tasso di cambiamento. In un contesto del genere, sia le aziende che le persone hanno accorciato il loro orizzonte strategico e si trovano a dover mettere in atto continui “aggiustamenti” per riuscire ad essere performanti e rimanere competitive sul mercato. Per supportare le aziende e le persone, in un contesto del genere, bisogna pensare ed agire in maniera flessibile ed agile. L’intervento consulenziale o formativo deve essere velocemente calibrato ai bisogni dei clienti. Mi capita spesso di offrire soluzioni che in corso d’opera vengono cambiate perchè nascono nuovi bisogni o in risposta a cambiamenti esterni.

 

  • Come è cambiato il tuo modo di lavorare negli ultimi anni? Quanto ha inciso il Covid? Qual è, secondo te, la lezione più importante che dobbiamo imparare e possibilmente non scordare da questa pandemia?

Ti posso dire che negli ultimi anni ho avvertito due grandi cambiamenti. Uno sicuramente legato all’utilizzo della tecnologia digitale. Ormai quotidianamente mi affido a diverse applicazioni che mi permettono di gestire le mie attività e clienti in maniera efficiente.  L’altro cambiamento riguarda più segnatamente il processo consulenziale. Se prima riuscivo ad impostare e seguire un approccio lineare alla consulenza, oggi, lavorando in contesti molto cangianti, mi muovo seguendo un approccio molto più snello che prevede continue fasi di feedback e aggiustamenti. Riprendendo quanto detto sopra, bisogna pensare ed agire in maniera flessibile, cercare di adattare il proprio lavoro alle continue sfide che il contesto pone, specialmente in questo momento di emergenza legato alla pandemia in cui i cambiamenti sono all’ordine del giorno. Sulle conseguenze legate all’emergenza sanitaria, devo dirti che credo sia troppo presto per fare delle ipotesi. Sicuramente ci troviamo in un momento che può essere rappresentato bene dalla metafora del cigno nero: un evento che viene considerato altamente improbabile, ma una volta che accade lascia tutti sbigottiti.

 

  • Alexander Osterwalder, ideatore dell’ormai famoso Business Model Canvas, ha teorizzato la cosiddetta “Azienda invincibile” attribuendole 3 caratteristiche: 1) La cultura del primo giorno 2) la capacità di reinventarsi sempre 3) la forza di non smettere di sperimentare. Aggiungeresti altro alla tua azienda invincibile ideale?

Alexander Osterwalder ha, secondo me, riassunto bene quelle che sono le caratteristiche che un’azienda contemporanea dovrebbe possedere per essere se non “invincibile” almeno competitiva. Penso sia la ricetta corretta e non aggiungerei altro alla mia “azienda Invincibile”. Più che altro vorrei porre l’accento sull’importanza di riuscire a presidiare queste tre caratteristiche in maniera costante ed organica. Continuando con l’analogia della ricetta, per la riuscita di un’iniziativa imprenditoriale, è importante che i diversi “ingredienti” siano ben selezionati e ben integrati l’uno con l’altro. Le aziende che funzionano, sono quelle che riescono a bilanciare, con continui aggiustamenti, le diverse caratteristiche teorizzate da Osterwalder. Sicuramente è un impegno oneroso, ma credo sia l’unica strada che può orientare l’azienda verso la crescita.

 

  • Si può fare innovazione, secondo te, anche in tempo di crisi? Direi che forse è il momento migliore. Secondo il mio punto di vista, stiamo vivendo un periodo molto fertile che può portare a grandi cambiamenti ed innovazioni: a livello personale, sociale ed aziendale. In tal senso mi viene in mente il concetto di “adiacente possibile” ben espresso nel libro Dove nascono le grandi idee di Steven Johonson. L’autore paragona le nuove scoperte (e le innovazioni che ne scaturiscono) a delle nuove stanze a cui si accede. Ogni stanza, a sua volta, ha delle porte che permettono di accedere ad altre stanze adiacenti e ad altri sviluppi innovativi. Un contesto di crisi, come quello che stiamo vivendo, può essere paragonato ad una nuova stanza in cui siamo entrati, ad una nuova dimensione socio-culturale. L’opportunità che intravedo, una volta che ci troviamo dentro questa nuova dimensione, è quella di esplorare le alternative possibili e ricercare nuove soluzioni innovative. Chiudo riportando la frase di Albert Einstein che, a mio avviso, meglio esprime lo stretto legame esistente tra crisi ed opportunità: “La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie

 

  • In una battuta conclusiva qual è la cosa del tuo lavoro che vorresti cambiare e quella che non cambieresti mai?

Brevemente. Del mio lavoro vorrei cambiare la gestione burocratica. Capisco bene che somiglia più a una lamentela che ad una reale esigenza di cambiamento e che in ogni attività ci sono degli aspetti burocratici che vanno assolti, ma ti posso assicurare che la mole di carte e documenti che ogni mia attività si porta dietro è veramente smisurata e, alcune volte, superflua. Per essere più chiari, ho più volte espresso, rispondendo a queste tue domande, come oggi sia fondamentale adottare un approccio alla consulenza molto snello e veloce. Se questa necessità è evidente tra i privati, rimane ancora un miraggio quando ci si relazione con l’amministrazione pubblica.  La mia necessità di cambiamento, per dirla molto semplicemente, non è legata strettamente agli aspetti burocratici, ma alla gestione della relazione con l’amministrazione pubblica. Ma credo che questo sia un nodo cruciale per molti professionisti e attori del mondo privato. Per parlarti invece di quello che non cambierei del mio lavoro, ti devo parlare del rapporto che si istaura con le persone con cui collaboro. In questo senso il mio background di psicologo mi porta molto spesso ad instaurare con i miei clienti un rapporto che va oltre gli aspetti professionali; è sicuramente una sfida sotto molti punti di vista, ma è quello che mi coinvolge ed entusiasma”.

 

Grazie Alessandro, buon lavoro!